1665. Baldassarre Embriaco, nato in oriente da famiglia genovese, intraprende un viaggio lungo e avventuroso alla ricerca di un libro unico e misterioso: “Il centesimo nome”.
Baldassarre viaggia lungo l'intera costa nordafricana, e poi ancora a Lisbona, Amsterdam, Londra, per approdare infine a Genova.

È questo un libro fondamentale per chi voglia capire Genova, giacché racchiude in sé una speciale grandezza: l'annuncio di un destino, esemplificato attraverso l'inimitabile motivo del cosmopolitismo culturale della Genova Seicentesca.

Perché se la Vita, anche quella contemporanea, ha una base culturale significativa su cui voler poggiare, allora senza dubbio questa base si rifà a quel antico ricordo.

Non per niente, “Il periplo di Baldassarre”, con questa sua proposta di stare al mondo, ha rappresentato l'esatto strumento attraverso il quale un'intera generazione di apolidi culturali come i “pied noir”, i figli dei francesi fuggiti d'Algeria, ha cercato e trovato un luogo, Genova appunto, sul quale posare il cuore.


Naturalmente si possono muovere obiezioni, si può dire che il libro è anche qualcos'altro. Ma se si prova a materializzare la forma di questo qualcos'altro si scopre che è impossibile. Perché qualsiasi forza stia nel libro non potrà mai staccarsi dalla realtà, dal carattere e dal pensiero di quegli antichi Genovesi e della loro Città.

Il periplo di Baldassarre

N.d.R. la copertina riprodotta si riferisce all'edizione del 2000